Ambasciatore Maiolese, quale visione guida oggi il lavoro del WOS-IPSP?

Il WOS-IPSP nasce con una missione chiara: costruire ponti tra Stati, istituzioni e popoli in un momento storico segnato da nuove divisioni globali. La pace non è un concetto astratto, ma un processo concreto, fatto di ascolto, cooperazione e rispetto reciproco. Il nostro impegno è sostenere soprattutto quei Paesi che non sempre hanno la forza o gli strumenti per far sentire la propria voce nelle sedi internazionali.

Perché è così importante dare spazio agli Stati più piccoli?

Perché troppo spesso vengono esclusi dai processi decisionali globali. Hanno culture, risorse e sfide che meritano attenzione, e valorizzarli significa contribuire a un ordine internazionale più equilibrato. Quando tutti possono partecipare, la pace diventa più reale e più solida.

Qual è il ruolo dell’Italia nel vostro lavoro?

L’Italia ha una tradizione diplomatica riconosciuta nel mondo. Ha sempre favorito dialogo, mediazione e cooperazione internazionale. Per questo rappresenta per noi un partner naturale. Il nostro obiettivo non è sostituire la diplomazia statale, ma affiancarla con strumenti complementari che possono essere utili sia per l’Italia sia per i Paesi che cercano supporto e rappresentanza.

Quali sono le priorità attuali del WOS-IPSP?

Stiamo rafforzando la nostra presenza istituzionale in Europa, consolidando rapporti con governi amici e sostenendo progetti dedicati alla pace, alla sicurezza umana, alla formazione e alla cooperazione culturale. L’attenzione verso i più vulnerabili e verso gli Stati meno rappresentati rimane il cuore della nostra azione.

In qualità di Segretario Generale e Ambasciatore at Large, come interpreta il suo ruolo?

Il mio compito è facilitare il dialogo, ascoltare le esigenze dei Paesi che collaborano con noi e cooperare con le istituzioni dei Paesi ospitanti. Operiamo con discrezione, nel pieno rispetto delle istituzioni italiane ed europee, ma con determinazione verso tutto ciò che può contribuire a una diplomazia più equa e più umana.

Che messaggio desidera lanciare oggi alla comunità internazionale?

Il messaggio è semplice ma fondamentale: nessuno Stato è troppo piccolo per essere ascoltato. Servono nuovi modelli di cooperazione, capaci di includere tutti e non soltanto le grandi potenze. L’Italia può giocare un ruolo chiave in questa fase, grazie alla sua sensibilità e alla sua storia di dialogo.

«La pace non nasce dalla forza dei grandi, ma dal coraggio dei piccoli che chiedono di essere ascoltati. Il WOS-IPSP è qui per dare voce a tutti loro.»




Redazione

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