L’evoluzione delle telecomunicazioni è una delle storie tecnologiche più affascinanti del XX e XXI secolo. Dai primi esperimenti basati sul codice Morse fino ai moderni sistemi digitali capaci di trasmettere enormi quantità di dati in modo rapido e preciso, la comunicazione radio ha subito trasformazioni profonde che hanno cambiato il mondo.

Le origini: dai primi segnali alla modulazione analogica

Nel 1906 l’inventore Lee de Forest introdusse un’innovazione decisiva: il triodo a vuoto, un dispositivo capace di amplificare e modulare segnali radio complessi. Grazie a questa invenzione nacque la modulazione di ampiezza (AM), che rese possibile trasmettere voce e musica su lunghe distanze. L’AM si diffuse rapidamente, rivoluzionando il modo di comunicare.

Circa trent’anni dopo, Edwin Armstrong sviluppò una tecnologia ancora più avanzata: la modulazione di frequenza (FM). L’FM garantiva una qualità audio nettamente superiore e una maggiore immunità ai disturbi elettrici e atmosferici, superando molti limiti dell’AM.

Prima di questi progressi, i sistemi ideati da Guglielmo Marconi si basavano esclusivamente sulla trasmissione di segnali in codice Morse, una modalità ancora oggi utilizzata a livello militare e amatoriale per la sua affidabilità.

L’elettricità di massa e i problemi di interferenza

Con la rapida diffusione dell’elettricità nelle case e nelle industrie, emerse un nuovo problema: molti apparecchi alimentati a corrente alternata generavano disturbi elettromagnetici che si diffondevano nell’ambiente circostante.

Anche la tecnologia FM, pur più evoluta e resistente ai disturbi rispetto all’AM, risultava comunque influenzata dalle interferenze prodotte dagli elettrodomestici e dagli impianti elettrici, rendendo talvolta la comunicazione non del tutto stabile.

L’avvento del digitale: qualità superiore e trasmissioni affidabili

L’ingresso della tecnologia digitale ha rappresentato una vera svolta epocale. Trasformando voce, musica o immagini in sequenze di bit, le trasmissioni digitali hanno permesso di:

  • eliminare quasi completamente il rumore,
  • utilizzare basse potenze con frequenze sempre più elevate,
  • trasmettere grandi quantità di dati simultaneamente,
  • ottenere qualità molto elevate, come la TV in 4K e 8K e la telefonia mobile ad alta velocità.

I cosiddetti modi digitali – tra cui MSK, FSK, PSK e QPSK – sono oggi alla base della maggior parte dei sistemi di comunicazione moderni.

I modi digitali nel mondo radioamatoriale

Nel mondo radioamatoriale, i modi digitali rappresentano un’evoluzione straordinaria. Tra i più conosciuti troviamo:

  • FT8 e FT4,
  • RTTY,
  • SSTV (Slow Scan TV),
  • sistemi vocali digitali come D-Star, C4FM e DMR.

Queste tecnologie permettono di comunicare anche con segnali debolissimi, e sono oggi utilizzate in tutto il mondo da professionisti e appassionati.

Per utilizzare i modi digitali esistono diversi software dedicati, tra cui:

  • WSJT-X, il più diffuso per FT8 e FT4,
  • JTDX, molto apprezzato per la sua sensibilità,
  • Fldigi, open-source e ricco di funzioni,
  • MixW 4, versatile e compatibile con molti protocolli.

“Modi digitali” nel linguaggio comune: i dispositivi moderni

Nel linguaggio quotidiano, l’espressione “modi digitali” può anche riferirsi ai moderni dispositivi elettronici che usiamo ogni giorno:

  • smartphone e tablet,
  • computer portatili,
  • smartwatch e auricolari Bluetooth,
  • navigatori ed e-reader.

Tutti questi strumenti si basano proprio sulle tecnologie di trasmissione digitale sviluppate negli ultimi decenni.

Un cambiamento irreversibile

Oggi la rete digitale è la struttura tecnologica più diffusa al mondo. La necessità di comunicare, trasmettere dati e connettere dispositivi cresce continuamente, rendendo le reti sempre più complesse e indispensabili alla vita moderna.

Dalla scintilla di Marconi ai moderni sistemi digitali, l’evoluzione delle telecomunicazioni racconta una grande verità: la tecnologia è in continua trasformazione e continuerà a cambiare profondamente il nostro modo di vivere e comunicare.


Carmine Silvestri

Carmine Silvestri