Airbus A320 fermati a terra: cosa c’entrano i raggi cosmici e gli eventi di Miyake
Perché migliaia di Airbus A320 sono stati fermati a terra? Dall’incidente JetBlue ai raggi cosmici e agli eventi di Miyake, una spiegazione chiara e dettagliata su radiazioni, software di volo e sicurezza degli aerei.
Negli ultimi giorni tanti passeggeri si sono chiesti che cosa stesse accadendo:
perché migliaia di aerei Airbus A320 sono stati temporaneamente fermati a terra?
E, soprattutto, il Sole è davvero il responsabile, come hanno scritto molti giornali?
Quello che è successo dimostra che il sistema di controlli dell’aviazione civile è in grado di individuare un problema, intervenire in modo rapido e rimettere in servizio gli aerei in condizioni di sicurezza.
Allo stesso tempo, questa vicenda ci apre una finestra su un tema affascinante e poco conosciuto:
il ruolo dei raggi cosmici sull’elettronica di bordo e i misteriosi “eventi di Miyake” del passato.
L’incidente JetBlue del 30 ottobre: quando un bit fa sbagliare un aereo
Tutto nasce il 30 ottobre 2025, durante un volo della compagnia aerea statunitense JetBlue Airways (nota semplicemente come JetBlue) da Cancún al New Jersey.
Un Airbus A320 entra improvvisamente in una forte manovra di discesa non comandata: l’aereo abbassa il muso in modo brusco, senza che i piloti lo abbiano richiesto.
Risultato:
- almeno 15 passeggeri rimangono feriti,
- a bordo scatta il panico,
- il comandante decide per un atterraggio di emergenza.
L’indagine sui dati di volo porta a un colpevole molto particolare:
un errore in uno dei computer che gestiscono i comandi di volo (in particolare il controllo del beccheggio e del rollio).
In pratica:
- una particella ad altissima energia proveniente dallo spazio colpisce un componente elettronico,
- un singolo bit di memoria cambia stato (da 1 a 0 o viceversa),
- il computer elabora un’informazione sbagliata,
- e viene generato un comando di volo non corretto.
Questo fenomeno ha un nome tecnico: Single Event Upset (SEU), un “disturbo da singolo evento” causato da radiazione ionizzante che altera temporaneamente i dati in memoria.
Perché sono stati fermati circa 6000 Airbus A320
Dopo l’incidente, Airbus e le autorità aeronautiche hanno analizzato in dettaglio l’hardware e il software della famiglia A320 (A319, A320 e A321).
Dalle verifiche è emerso che una certa versione di computer di controllo del volo (ELAC),
in combinazione con una specifica versione del software recentemente installato,
risultava più vulnerabile del previsto agli errori causati dalla radiazione cosmica.
Il passo decisivo arriva alla fine di novembre.
Il 28 novembre 2025, sulla base delle analisi tecniche fornite da Airbus, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) e le altre autorità emettono una direttiva di aeronavigabilità d’emergenza che entra in vigore tra il 28 e il 29 novembre.
Gli aerei che montavano quella configurazione non potevano volare fino a quando non fossero state eseguite alcune azioni, tra cui:
- l’aggiornamento o il ripristino del software a una versione più robusta;
- e, in alcuni casi, l’adozione di misure hardware correttive.
In pratica, tra il 28 e il 29 novembre:
- migliaia di Airbus A320 in tutto il mondo sono stati temporaneamente messi a terra,
- le compagnie hanno cancellato o riprogrammato centinaia di voli,
- i tecnici hanno lavorato senza sosta per applicare l’aggiornamento e riportare gli aerei in servizio.
Nel giro di circa 24 ore, la maggior parte dei velivoli è tornata operativa.
È stato un intervento prudenziale e preventivo: non perché tutti gli aerei fossero “pericolosi”, ma perché si era individuata una vulnerabilità da chiudere subito, prima che potesse generare altri episodi come quello del volo JetBlue del 30 ottobre.
Tempesta solare o raggio cosmico galattico? Qui nasce la confusione
Molti media hanno collegato l’incidente del 30 ottobre a una “tempesta solare” o a un forte brillamento del Sole.
In realtà, chi si occupa di meteo spaziale ha chiarito un punto molto netto:
il 30 ottobre 2025 non era in corso alcuna tempesta solare significativa tale da giustificare un aumento eccezionale della radiazione alle quote di volo.
Questo non è un dettaglio di opinione: i dati dei satelliti che monitorano costantemente il Sole mostrano livelli di attività ordinari per quel giorno.
A questo punto resta una domanda: se non è stata una tempesta solare, che cos’ha colpito il computer di bordo?
La spiegazione più solida, indicata da diversi esperti di radiazioni e ripresa anche da Spaceweather.com, è che l’errore nel computer di volo del JetBlue sia stato innescato da un raggio cosmico galattico: una particella ad alta energia proveniente dallo spazio profondo che fa parte del fondo naturale di radiazione che attraversa continuamente l’atmosfera terrestre.
Nei documenti ufficiali si parla in modo più generico di “radiazione solare/cosmica” e di disturbi da singolo evento (Single Event Upset), perché per la sicurezza conta il fatto che la radiazione possa alterare i dati, non l’etichetta precisa della particella. Ma il quadro che emerge dai dati del 30 ottobre è chiaro: l’ipotesi di una tempesta solare come causa diretta dell’incidente è molto debole, mentre quella di un raggio cosmico galattico di fondo è fisicamente la più coerente.
L’11 novembre: il giorno in cui il Sole ha davvero “alzato la voce”
C’è però un altro tassello, avvenuto fra l’incidente JetBlue del 30 ottobre e la direttiva EASA del 28 novembre, che ha contribuito ad accendere i riflettori su questa vicenda.
L’11 novembre 2025, il Sole ha prodotto:
- un forte brillamento di classe X,
- associato a un evento a livello del suolo (GLE),
cioè un flusso di particelle così energetiche da essere rilevato anche dai sensori al suolo.
Durante quel picco:
- i livelli di radiazione alle altitudini aeronautiche sono raddoppiati rispetto ai valori normali,
- il tasso di possibili “bit-flip” nei sistemi elettronici non protetti risulta significativamente più alto.
Nessun incidente aereo è stato associato a questo evento, ma la coincidenza temporale ha avuto un effetto importante:
- ha ricordato a tutti che la radiazione spaziale può aumentare improvvisamente,
- e ha spinto a considerare il problema dei Single Event Upset non come un’ipotesi teorica, ma come qualcosa da gestire in modo sistematico.
Da qui, il collegamento con fenomeni ancora più estremi: i cosiddetti “eventi di Miyake”.
Cosa sono gli “eventi di Miyake”: super-tempeste cosmiche del passato
Gli eventi di Miyake prendono il nome dalla scienziata giapponese Fusa Miyake, che nel 2012 ha scoperto un improvviso e grande aumento del carbonio-14 (¹⁴C) negli anelli degli alberi intorno all’anno 774–775 d.C.
Da allora, studi successivi hanno identificato altri picchi simili, per esempio:
- nel 993–994 d.C.,
- intorno al 660 a.C.,
- e in epoche ancora più lontane nel passato.
Questi picchi indicano che, in quei periodi, la Terra è stata investita da un flusso di particelle ad alta energia estremamente intenso, molto superiore:
- sia alla radiazione cosmica “di fondo”,
- sia alle tempeste solari che abbiamo misurato con gli strumenti moderni.
Le ricerche attuali suggeriscono che molti di questi eventi siano stati causati proprio dal Sole, durante episodi eccezionali di emissione di particelle (tempeste di protoni solari) molto più forti di quelle osservate negli ultimi decenni.
Per dare un’idea delle proporzioni:
- il grande evento del 23 febbraio 1956 – il più intenso mai registrato con strumenti moderni – ha aumentato la radiazione alle quote di volo di oltre 100 volte;
- gli eventi di Miyake, in base alle tracce lasciate negli anelli degli alberi, sarebbero stati molto più estremi, superando di gran lunga qualsiasi evento osservato nell’era dei satelliti.
In uno scenario simile ai giorni nostri, sarebbe ragionevole aspettarsi un forte impatto soprattutto:
- sui voli di linea (maggiore dose di radiazione per equipaggi e passeggeri e aumento degli errori elettronici);
- sui satelliti e sulle comunicazioni (più guasti, malfunzionamenti e interruzioni temporanee dei servizi);
- e, se associato a una grande espulsione di massa coronale diretta verso la Terra, anche sulla rete elettrica (maggiore rischio di sovratensioni e disservizi).
Questo non significa che tutti i parametri sarebbero automaticamente al massimo assoluto, ma che ci troveremmo di fronte a un evento ben oltre la scala delle tempeste solari osservate finora con gli strumenti moderni.
È importante sottolineare che:
- si tratta di eventi rarissimi,
- che avvengono su scale di centinaia o migliaia di anni,
- e che sono studiati oggi proprio per capire come proteggere le tecnologie moderne nel caso in cui se ne verificasse uno in futuro.
Il messaggio del caso A320: più consapevolezza, più prevenzione
Mettendo insieme tutti i pezzi, il quadro che emerge è chiaro:
-
Gli aerei di linea volano in un ambiente naturale dove la radiazione cosmica è presente.
È un fatto fisico noto da decenni, tenuto in conto nelle norme di sicurezza e nella progettazione dei velivoli. -
Il caso JetBlue ha messo in luce una vulnerabilità specifica in una combinazione di hardware e software di bordo.
La reazione è stata rapida: identificazione del problema, direttive delle autorità, aggiornamenti e ritorno in servizio in tempi brevi. -
Gli eventi estremi del passato, come quelli di Miyake, sono un invito a guardare più lontano:
ci ricordano che il nostro pianeta, ogni tanto, può essere investito da episodi di radiazione molto intensi, e che conviene progettare tecnologie e procedure pensando anche a questi scenari rari. -
L’intervento su circa 6000 Airbus A320 – concentrato a partire dal 28 novembre, con un giorno di stop tecnico per gli aggiornamenti – mostra che il sistema di sicurezza è vivo e reattivo:
non aspetta che accadano incidenti gravi, ma interviene già alla comparsa di una vulnerabilità, anche se si è manifestata in modo raro e circoscritto.
Un cielo dinamico, una tecnologia sempre più resiliente
Il cielo che vediamo dal finestrino di un aereo è azzurro e apparentemente tranquillo, ma al di sopra delle nuvole lo spazio è un ambiente dinamico, attraversato continuamente da particelle ad alta energia.
L’incidente del volo JetBlue del 30 ottobre e il blocco temporaneo dei 6000 A320 tra il 28 e il 29 novembre sono un esempio concreto di come:
- la scienza studi i fenomeni cosmici, dagli eventi quotidiani ai rari “eventi di Miyake”,
- l’industria aeronautica aggiorni sistemi e software per tenere conto di nuove informazioni,
- le autorità intervengano in modo prudente, mettendo al primo posto la sicurezza.
Capire meglio che cosa c’è sopra le nostre teste – dai raggi cosmici al ruolo del Sole – non serve ad alimentare paure, ma ad aiutare a costruire tecnologie più robuste e consapevoli, in un universo che è molto meno “vuoto” di quanto sembri.
Fonti e approfondimenti
- Analisi su raggi cosmici, GLE e “eventi di Miyake”: articoli e archivi di Spaceweather.com (in particolare il pezzo del 3 dicembre 2025 sul grounding degli Airbus A320).
- Informazioni tecniche sul difetto software/hardware e sulla direttiva di emergenza: comunicati ufficiali Airbus ed EASA relativi alla famiglia A320.


